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Piu' vicino al ventre della terra
E' venuto il vento delle rivoluzioni
con i suoi martelli d'acciaio,
Con le dita nel fango leggevo volti antichi
tracciavo parole con falci affilate:
nell'ombra delle notti hanno lasciato sogni,
hanno lasciato libri e bandiere.
La terra ha bevuto il nostro vino
come il sudore del lavoro.
E' troppo rosso il nostro tramonto.
Saro' lo specchio della vostra Atene
Un'ombra un volto e l'anima del mondo
Fuggo un me stesso eternamente stante
E' la vita la morte la speranza
Come una vela sospinta dal vento
Su cristalline onde dell'Egeo
Muove la mente quell'antica ruota
Che scorre lenta il definir dei giorni
Mi scuote in ogni attimo il lamento
Di questa vita che sento finire
Basta, la sofferenza dell'istante antico
Che ancor perdura al tramutar del cielo
Basta con questo tetro buio senza stelle
Che annega in questi occhi senza vista
Si compia il destino che mi volle
Trastullo di potenze senza senso
Si compia e riempia queste righe
Del dolce miele di disperazione
Anelo all'infinito del trapasso
Vo camminando luoghi senza strada
Fuggir me stesso in un mare di nulla
E fuggo il giorno che non mi e' fratello
Fuggo la notte con i suoi ricordi
Una liberazione che non giunge
Temo l'angoscia del nostos